La città di Trieste nel corso del 2019 ha attivato le procedure per dotarsi di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) con l’obiettivo di individuare e applicare soluzioni innovative di mobilità sostenibile. Il piano rientra nell’ambito della riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste attraverso il progetto europeo “Civitas Portis” per lo studio e la sperimentazione di soluzioni innovative in tema di mobilità nelle città portuali d’Europa.
La Commissione Europea ha approvato il presente progetto. Nel 2020, inoltre, questo lavoro è arrivato al secondo posto al premio nazionale Goslow. L’istanza di finanziamento è stata trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 12 gennaio 2021. Il Ministero ha approvato il progetto ritenendolo meritevole del finanziamento totale nell’ambito dei fondi PNRR per un importo di 48 milioni di euro.
Finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU. I punti di vista e le opinioni espresse sono tuttavia solo quelli degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell’Unione europea o della Commissione europea. Né l’Unione europea né la Commissione europea possono essere ritenute responsabili per essi.
Disegno: Progetto collettivo dei ragazzi del ricreatorio Stuparich vincitore del Concorso di disegno “Oggi mi muovo così, domani…” in occasione di Ricrestate 2017.
Il presente studio preliminare prevede la realizzazione di una viabilità alternativa per l’accesso alla città di Trieste attraverso l’installazione di un sistema funiviario a basso impatto ambientale che colleghi i poli di Opicina con la città di Trieste, attraverso lo sfruttamento di un corridoio preferenziale all’interno dell’area del Porto Vecchio.
L’idea progettuale consiste in una piattaforma integrata per la mobilità sostenibile attraverso l’introduzione di un sistema di trasporto pubblico ibrido ed innovativo che permetta la riduzione di inquinamento e la congestione degli assi viari.
L’obiettivo, incoraggiando il dialogo fra porti e contesti urbani, fra comunità residenti e flussi in transito, è quello di dimostrare che la mobilità, nelle sue molteplici espressioni e implicazioni, può rivelarsi per le città di mare un elemento cruciale per incrementare la capacità attrattiva, per stimolare la crescita e migliorare la qualità della vita delle persone.
Nel caso specifico l’impiego di un impianto monofune portante traente ad ammorsamento automatico dei veicoli dotato di cabine da 10 posti a sedere risulta essere particolarmente vantaggiosa rispetto agli altri sistemi di trasporto rapido di massa su gomma o rotaia per i seguenti motivi:
a) il collegamento aereo consente di superare importanti dislivelli e significative irregolarità del terreno;
b) in presenza di attraversamenti con altre vie di comunicazione (strade, ferrovie, ecc.) o con discontinuità naturali (fiumi, torrenti, ecc.) ne consente il sorvolo escludendo la realizzazione di opere accessorie (sottopassi, sovrappassi o opere di protezione);
c) consente il trasporto di una portata significativa di persone (nel caso specifico si è ipotizzata una capacità di 1.800 p/h);
d) il moto continuo dei veicoli riduce al minimo il tempo di attesa dei passeggeri alle stazioni;
e) nel complesso l’impianto si caratterizza per costi e tempi di realizzazione contenuti rispetto altre tecnologie di impianti per il trasporto rapido di massa su gomma o rotaia;
f) nel caso specifico offre un’esperienza di viaggio panoramica che incentiva le presenze turistiche.
g) le ampie superfici vetrate di cui sono dotati i veicoli e l’altezza da terra consentono una visione del panorama a 360° da un punto di osservazione privilegiato che cambia in continuazione durante il viaggio.
Dal punto di vista puramente trasportistico la cabinovia decaposto presenta inoltre i seguenti vantaggi specifici.
Il sistema proposto si pone come mezzo di trasporto alternativo che sta trovando sempre più impiego nelle realtà urbane di tutto il mondo. Alcuni esempi di città che hanno optato per questo, o similare, sistema di trasporto sono: Amburgo, Londra, La Paz, Tolosa oltre a molte altre nel mondo. Il sistema di trasporto proposto risulta essere economico, veloce, ad elevata portata oraria, a basso impatto ambientale, semplice da gestire e suggestivo per i viaggiatori. La limitata invasività della soluzione proposta consente di attraversare il territorio dall’alto, godendo di punti di vista unici e suggestivi, senza compromettere i luoghi che sorvola. La cabinovia è un mezzo efficiente, che non inquina e non produce rumori. Si tratta di un mezzo di trasporto altamente flessibile: il numero delle cabine utilizzate può essere variato a seconda delle esigenze stagionali e dei momenti del giorno evitando ritardi, assembramenti e lunghe attese.
Mediante la realizzazione di un impianto a fune si riduce l’impatto ambientale derivante dal traffico stradale garantendo comunque la mobilità in sicurezza di turisti, lavoratori e residenti. L’impianto, limitando il consumo di suolo, consente di restituire alla Città aree verdi e parchi, in zone di assoluto pregio ambientale ed urbanistico, al posto di strade e parcheggi necessari con altri sistemi di trasporto. La qualità di vita di residenti, lavoratori e turisti viene notevolmente migliorata dall’utilizzo di questo sistema di trasporto alternativo poiché raggiungere il centro storico di Trieste non sarà più un’esperienza che si lega allo stress del traffico, ai suoi pericoli e allo smog, ma diventa un momento per godere delle bellezze paesaggistiche attraversate.
Attraverso l’utilizzo di questo impianto è possibile connettere aree oggi raggiungibili in tempi di percorrenza molto lunghi, superando facilmente dislivelli e limitando dunque i trasporti su ruota con conseguenti riduzioni in termini di emissioni di inquinanti. Questa linea di collegamento aereo consente la creazione di una mobilità integrata Carso-Trieste centro poiché risulta un servizio continuo e adatto alla movimentazione di grandi quantità di persone. Il sistema comporta la riduzione del traffico nel centro storico, del porto con una conseguente diminuzione dei rumori e delle emissioni inquinanti.
Gli impianti a fune non necessitando di ampie superfici per la loro installazione pertanto limitano i consumi di suolo e permettono il mantenimento dei fondi permeabili e/o la conversione di aree esistenti pavimentate a zone verdi.
La città di Trieste è da sempre di interesse turistico poiché luogo di confine e quindi di passaggio tra più stati, richiamando persone per le sue bellezze storico-artistiche e per il bellissimo panorama. Questo nuovo modo di muoversi rappresenterà un plus per la città in grado di contribuire ad incrementare la sua competitività sul mercato turistico. La linea di collegamento Opicina-Trieste diventerà un valore aggiunto che si andrà a sommare all’attuale offerta turistica locale, poiché consentirà ai viaggiatori di vedere la città da nuovi punti di vista, offrendo una suggestiva esperienza di viaggio, veloce e silenziosa, ammirando dall’alto il panorama. In particolare lungo il primo tratto di linea, scendendo da Opicina per raggiungere Bovedo, il panorama sulla città, sul il Golfo di Trieste risulta suggestivo, spettacolare ed emozionante. Le ampie superfici vetrate di cui sono dotati i veicoli e l’altezza da terra consentono una visione del panorama a 360° da un punto di osservazione privilegiato che cambia in continuazione durante il tragitto.
I flussi turistici verso la città di Trieste si sono dimostrati nel corso degli ultimi anni, in costante aumento sia verso il mare (Barcola) sia verso il centro storico. Questo ha determinato un aumento del traffico su gomma verso i parcheggi pubblici dislocati nei vari punti di interesse comportando spesso il congestionamento del traffico. Con la realizzazione della nuova linea funiviaria “Opicina – Bovedo – Porto Vecchio – Trieste” una parte di questi flussi in ingresso verranno assorbiti dal nuovo collegamento.
Considerato che nel 2018 e nel 2019 Trieste ha beneficiato di oltre 500mila arrivi e oltre 1 milione di presenze di turisti l’anno, è ragionevole ipotizzare che una parte di questi e soprattutto una parte dei turisti giornalieri, possa utilizzare il nuovo impianto per raggiungere il centro Città o il mare. L’aspetto turistico risulta pertanto determinante nella valutazione delle portata oraria della tratta “Bovedo – Opicina”.
Per questi motivi molte città del mondo stanno aggiungendo questi sistemi di mobilità aerea all’elenco delle proprie attrazioni turistiche.
Bufale e disinformazione
La cabinovia è stata studiata e progettata per una duplice finalità: trasportistica e turistica.
Sotto il profilo dei trasporti, Trieste è dotata di buone infrastrutture per essere raggiunta da sud e da est, ma da nord le infrastrutture di accesso sono inadeguate. Nel corso degli anni sono state proposte varie soluzioni tecnicamente valide (penetrazione nord, intervalliva) con gallerie che dal Carso arrivavano nella zona di Barcola-Roiano. Soluzioni che, tuttavia, risultavano estremamente costose (siamo nell’ordine di centinaia di milioni di euro) e poco sostenibili in un’epoca come la nostra in cui si presta particolare attenzione all’ambiente (le opere avrebbero favorito l’accesso alle auto al centro città, aumentandone la congestione e l’inquinamento). La cabinovia è la soluzione in chiave moderna a questo storico problema: un mezzo di trasporto ecologico, silenzioso, rapido e disponibile ogni 20/30 secondi per arrivare da nord nel cuore della città. Oggi arrivano da nord circa 15.000 auto al giorno. Una buona frazione di queste è destinata alla zona delle Rive e non ha che tre strade disponibili, tutte inadeguate: la Strada Costiera (che è invece destinata a diventare turistica e a essere dotata di una vera pista ciclabile essendo inserita nel collegamento ciclabile Trieste-Venezia), la Strada del Friuli e la via Commerciale. Tutte queste strade mal si prestano ad assorbire un traffico veicolare intenso e la Cabinovia aiuta ad alleggerire queste arterie. Infatti, l’utente può lasciare l’auto nella zona di Campo Romano e raggiungere il centro in 15 minuti. Senza inquinare, senza creare traffico e fare code ai semafori, senza dover cercare parcheggio a pagamento in centro città, senza eventualmente scegliere un mezzo pubblico che dovrebbe aspettare 10/15 minuti e soggetto, comunque, ai problemi di traffico. Una quota di traffico, quindi, sceglierà di fermarsi perché gli conviene.
Un altro aspetto trasportistico è quello legato a Porto Vecchio, un’area della città che sviluppandosi diventerà un attrattore e generatore di spostamenti: il Porto Vecchio diventa quindi una destinazione principale della cabinovia che consentirà di raggiungere il Porto Vecchio in modo rapido ed ecologico. Inoltre, la cabinovia è anche una infrastruttura che consente di spostarsi in modo agile all’interno del Porto Vecchio stesso, attraverso le tre stazioni di Bovedo, Adria Terminal/Musei e Molo IV.
Le valutazioni trasportistiche sono ovviamente basate su consolidati modelli della pianificazione dei trasporti e su una base dati aggiornata al 2019 grazie alle imponenti analisi della domanda che sono state effettuate.
Sotto il profilo del turismo, l’attrattività è evidente: poter scendere a volo d’uccello dal Carso fino al mare è un’esperienza di viaggio eccezionale. Ma la cabinovia serve anche per il turismo ciclabile e pedonale. Si pensi, per esempio, ad un ciclista o un turista a piedi che si trovino a Barcola: in soli 5 minuti e mezzo potranno raggiungere Opicina e il Carso. E’ proprio questo un ulteriore punto di forza della cabinovia: in poco più di 5 minuti collega il mare con il Carso.
Il progetto della cabinovia è inserito nei principali piani di sviluppo della città che sono legati e coordinati tra loro.
In particolare, il progetto è stato recepito nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) dove si integra con le altre componenti del trasporto pubblico e privato e consente di completare un quadro finalizzato a ridurre il traffico privato a favore di quello pubblico. Il progetto è previsto inoltre nella variante urbanistica di Porto Vecchio. Entrambi i piani hanno affrontato le fasi di confronto con gli stakeholders e di osservazioni pubbliche anche nel contesto della Valutazione Ambientale Strategica dei piani.
La cabinovia è inoltre inserita nel principale strumento di pianificazione a tutela della sostenibilità dello sviluppo di Trieste, il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), che è il documento con il quale gli enti locali pianificano le proprie azioni per raggiungere gli obiettivi fissati dal Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia: ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030, aumentare l’efficienza energetica e il ricorso a fonti rinnovabili, preparare il territorio alle mutazioni del clima. Anche questo piano è stato frutto di condivisione e coinvolgimento della popolazione.
Le stime di traffico sono basate su modelli della pianificazione dei trasporti che portano a una percentuale di viaggiatori sulla cabinovia pari al 5% del traffico sulla rete della Trieste Trasporti, valore più che plausibile per una linea portante.
Frequently asked questions
Il consumo di suolo dovuto ai piloni della cabinovia è estremamente basso e localizzato; per quanto riguarda le aree di parcheggio a servizio della stazione di monte, la cui ubicazione definitiva è tutt’ora in fase di studio, si evidenzia che si sta valutando la possibilità di utilizzare i parcheggi esistenti in zona Quadrivio (con eventuali ampliamenti), con l’obiettivo di costituire un “sistema” di parcheggi a fruizione della nuova infrastruttura.
La stazione intermedia presso la SISSA è stata considerata, ma l’orografia non consente un facile inserimento di una stazione vera e propria sul territorio; non è escluso che si pensi di collegare la SISSA con la stazione di monte di Opicina con un collegamento ettometrico veloce e non impattante (scala mobile, ascensore ecc.). Il prolungamento della cabinovia fino alla stazione ferroviaria di Opicina è stato escluso in quanto attraverserebbe a raso un’area densamente abitata; l’idea dell’interscambio tra ferro a lunga distanza e cabinovia è interessante e sarà sicuramente approfondita per la realizzazione del progetto definitivo, prevedendo eventualmente connessioni bus rapide tra la stazione di Opicina e la stazione di monte della cabinovia in coincidenza con i treni internazionali.
Il Tram di Opicina, una volta riattivato, non ha né la capacità di trasporto oraria né la frequenza necessaria a garantire un Trasporto Rapido di Massa che incentivi l’utente a lasciare il mezzo privato a Opicina e proseguire con il mezzo pubblico verso Trieste. A regime, il Tram sarà sicuramente complementare alla Cabinovia in un percorso turistico di andata/ritorno dal Carso al Mare. La tratta da Opicina a Campo Marzio è una linea a binario unico con pendenze notevoli e la presenza di gallerie e potrebbe garantire dei servizi passeggeri a frequenza non inferiore a 30 minuti (come previsto dal progetto Adria-A) per le caratteristiche infrastrutturali; inoltre collegherebbe Opicina a Campo Marzio in un tempo non competitivo e con una scarsa frequenza, con costi di ordini di grandezza notevolmente superiori necessari all’adeguamento infrastrutturale necessario a garantire eventualmente maggiori frequenze (raddoppio della linea, adeguamento sagoma gallerie, realizzazione posti di incrocio, ecc.).
La documentazione sul PUMS è disponibile al seguente link:
https://mobilitasostenibile.comune.trieste.it/piano-urbano-della-mobilita-sostenibile-pums-di-trieste-approvazione/
La manutenzione e gli altri costi di gestione sono stati valutati e considerati negli aspetti economici che dimostrano la sostenibilità economica dell’infrastruttura (vedasi elaborato TS1_All.6.02.32). In ogni caso il Comune non sarà il gestore della linea che farà capo a chi si occupa di Trasporto Pubblico. La Trieste Trasporti si è dichiarata entusiasta dell’iniziativa nell’ambito del convegno di presentazione dell’opera avanzando la propria candidatura per la gestione. La manutenzione sarà effettuata prevalentemente nei giorni di fermo per Bora; non vi saranno pertanto giornate aggiuntive rispetto a quelle previste in caso di fermo impianto per vento forte e costante oltre gli 80 km/h.
La cabinovia si inserisce in un sistema a vocazione anche turistica in cui fa parte anche il tram di Opicina; il sistema cabinovia + tram si potrebbe configurare come un ideale percorso di andata/ritorno, di indubbia valenza turistica, a beneficio del visitatore. Inoltre, la cabinovia consentirebbe di raggiungere il Carso in poco più di 5 minuti dal litorale di Barcola, anche con la bicicletta al seguito.
La cabinovia passerà a distanze notevoli dalle abitazioni, non limitando la vista in quanto si tratta di una infrastruttura ad impatto visivo estremamente basso.
La cabinovia passerà a livello della base del Faro e quindi non coprendone la sua visuale né da terra né dal mare.
Dipartimento Territorio, Economia Ambiente e Mobilità
Servizio Open Government e Informazione Istituzionale
cabinovia@comune.trieste.it
Direttore Generale
Fabio Lorenzut
Dipartimento Territorio, Economia, Ambiente e Mobilità:
Direttore Dipartimento
Giulio Bernetti
Sara Borgogna
Paola Capon
Silvia Fonzari
Monica Goina
Fabio Lamanna
Anna Monaco
Roberto Prodan
Servizio Open Government e Informazione Istituzionale:
Direttore
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Giovanni Cernoia
Rosanna Ferfoglia
Massimiliano Filingeri
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Luisa Ramani
Christian Tosolin
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